Basta con le maschere!

Non vi danno fastidio le maschere che dobbiamo portare? Faccio fatica a respirare, mi danno fastidio, mi si spostano, mi fanno sudare, mi fanno appannare gli occhiali. Non ho mai indossato delle maschere se non quelle di plastica a carnevale, di quelle da bambino ne ho avuta qualcuna.

Torniamo alle mascherine di oggi, le devo portare quando vado al negozio, quando ho qualcuno in macchina che non fa parte del mio nucleo familiare, se vado in un centro commerciale o qualsiasi ufficio. Ma quali sono quelle buone? Quelle del tipo chirurgico o devono essere migliori? Vanno bene quelle di stoffa che posso rilavare? Dopo tre ore, devo cambiarle? Quanto dura la loro utilità? Sono per la mia protezione o quella degli altri? Sono solo io quello confuso o siamo tutti nella stessa barca?

Parlare con qualcuno con la mascherina è difficile. Non riesco a capirlo e loro non capiscono me. Stanno sorridendo o sono indifferenti, stanno sbadigliando o sono contenti di parlarmi.

Sto esagerando? Forse, ma più di ogni altra cosa le mascherine mi ricordano gli attori antichi del teatro greco che si chiamavano ipocriti. Loro le mettevano perché interpretavano qualcun altro e dovevano nascondere le loro sembianze. Oggi quando usiamo la parola ipocrita o ipocrisia non pensiamo più alle maschere antiche ma pensiamo a un atteggiamento.

Il dizionario definisce ipocrita: chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore.

Quel tipo di maschera o finzione è ovviamente offensiva, ma la domanda che ci dobbiamo fare è se ci definisce.

Gesù ha usato la parola ipocrisia: “E Gesù disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com'è scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". (Marco 7:6,7)
Dire che amiamo Dio e non seguire i suoi insegnamenti ci rende ipocriti. Spesso Gesù ha chiamato i capi religiosi ipocriti. Ma quando si parla della fede stiamo portando una maschera?

L’apostolo Paolo ha scritto questo nella Bibbia: “L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Quanto all'amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri. Quanto all'onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;” (Romani 12:9-11)

Il punto di partenza è che l’amore sia senza ipocrisia cioè senza maschera. Allora amate veramente. Dio ci comanda di amare la famiglia, amare il prossimo, amare i credenti con cui andiamo in chiesa e amare anche i nemici. È implicito che dobbiamo perdonare, che dobbiamo fare il bene, amare nella Bibbia non è un sentimento ma una azione!

Nello stesso passo vediamo che il comando è di amare senza ipocrisia Dio stesso. Dobbiamo farlo con zelo non essendo pigri. Dobbiamo credere a Gesù come nostro Salvatore e Signore e amarlo servendolo in tutto quello che facciamo.

Tra noi l’ipocrisia può anche funzionare, troppo spesso siamo abituati a portare una maschera e diventiamo anche bravi nel farlo. Ma con Dio non funziona mai perché lui vede il nostro cuore, vede i nostri atteggiamenti.

Tornando alla maschera! Quella per il coronavirus la dobbiamo tenere perché è la legge. Quella dell’ipocrisia, togliamola subito a tutti i costi perché offende Dio! Un ultimo consiglio non pensare alle maschere degli altri pensa alla tua!

Buona giornata solo con la maschera giusta!

Davide Standridge

Davide Standridge